Adam Cassidy (Liam Hemsworth), giovane e ambizioso tecnico del gigante delle telecomunicazioni Wyatt Corporation, tenta di migliorare la propria posizione all'interno della società per raggiungere maggior potere e prestigio. Dopo un errore dalle costose conseguenze, è costretto però a subire il ricatto di Nicholas Wyatt (Gary Oldman), lo spietato direttore esecutivo della compagnia che lo obbliga a trasformarsi in spia industriale e intrufolarsi all'interno della maggiore società concorrente gestita dall'ex mentore e ora rivale Jock Goddard (Harrison Ford). Ben presto, Adam è catapultato in una vita che ha sempre sognato ma che non gli appartiene: soldi, club privati, auto lussuose e riunioni di alto livello lo rendono lo scapolo più appetibile di tutta Manhattan. Quando realizzerà di essere solo una pedina dei giochi di potere di Wyatt, dovrà cercare una via di fuga dalla nuova realtà e allontanarsi da chi non si fermerà di fronte a nulla pur di assicurarsi un guadagno maggiore di quello del rivale.
La "Paranoia" (titolo del bestseller di Joseph Finder) come condizione permanente e principio guida di uno spazio accessibile, dove l’idea di privacy è solo un ricordo primordiale. Luketic attinge a una narrazione ricca e attuale, salendo sulle spalle del romanzo e di una sceneggiatura che trascura le psicologie dei singoli per concentrarsi sulle piaghe sistemiche e sui giochi di potere che le innervano. Ma quando si tratta di mettere in forma le belle intenzioni il regista mostra i limiti abituali, galleggiando in tentativi estetici da videoclip anestetizzati da una macchina da presa che rimane rigida e ancorata a dispositivi filmici pesanti. A "Il potere dei soldi" manca il coraggio di seguire fino in fondo la linea della contemporaneità, della quale rimane espressione incompiuta.